DIFETTI GENETICI

Il Cane, anche se per molti di noi è l’essere vivente che fra gli altri, maggiormente rappresenta la perfezione, di fatto non lo è.
Nella selezione del Cane Lupo di Saarloos, alcuni allevatori si impegnano affinché, le malattie ereditarie non prosperino, ma molti altri invece ''no''. Per ciò che riguarda l’allevamento amatoriale e/o occasionale (privati), la preghiera è di non commettere l’errore dell’improvvisazione, poiché allevare non vuol dire ‘’ho maschio cerco femmina – o viceversa’’; sulla selezione non bisogna scherzare perché i problemi che derivano dalla superficialità possono essere anche molto gravi.
Per combattere e per informare, ecco qui sotto riportate le problematiche a cui si va incontro se non si è consci di una selezione adeguata, una selezione che tuteli la razza, il soggetto nel particolare e la famiglia che a lui si accompagna.


Queste malattie non sono esclusività del Cane Lupo di Saarloos, ma anche di altre razze lupine e non.
LEGGERE CON ATTENZIONE
:

- Mielopatia degenerativa (DM)
- Hypophyser nanismo (HZ)
- Atrofia progressiva della retina (PRA)
- Cataratta (HC)
- Displasia HD
- Ipertermia maligna (MH) test per identificare l'anestesia sensibili animali
- MDR1 gene difetto a Ivermectina (antiparassitario)

http://neurologiacanegatto.blogspot.it/2010/03/mielopatia-degenerativa-del-cane.html
MIELOPATIA DEGENERATIVA DEL CANE: L’IMPORTANTE E’ RICONOSCERLA



Una volta descritta come mielopatia degenerativa del pastore tedesco oggi si e’ visto colpisce varie razze di cani specie quelle medio- grandi ma puo’ colpire anche quelle piccole- medie occasionalmente puo’ colpire anche il gatto L’eziologia piu’ accreditata e’ quella immunitaria. Una patologia immunomediata dove la causa scatenante puo’ essere uno squilibrio immunitario, tale squilibrio puo’ partire da una carenza immunitaria (non a caso il pastore e’ il classico cane con un sistema immunitario carente ,con predisposizione a dermatiti .intolleranze,allergie ecc) a volte questo squilibrio puo’ avvenire dopo il superamento di alcune malattie virali, batteriche o protozoarie che innescano uno squilibrio nel sistema immunitario .Attraverso la circolazione delle meningi o il liquido cefalorachidiano questi anticorpi possono innescare l’infiltrazione di cellule infiammatorie con l’inizio della patologia.

L’inizio della sintomatologia e’ subdolo il proprietario riferisce una debolezza del treno posteriore .Spesso tale debolezza si presume essere causata da una displasia delle anche ma un esame neurologico attento mette in evidenza la patologia che a volte puo’ coesistere con altre patologie come: cauda equina ,protrusioni discali,ecc ,da qui l’importanza di escludere tutte le problematiche neurologiche ortopediche che possono giustificare l’incordinazione del movimento . Il proprietario deve pero’ sapere che se presa in tempo la degenerazione si puo’ rallentare consentendo al cane una vita dignitosa. Lo squilibrio immunitario che si va ad innescare puo’ essere modulato con l’uso di citochine diluite che lavorano riequilibrando la serie immunitaria responsabile delle reazioni di autoimmunita’ Fondamentale in questi soggetti evitare tutti gli allergeni che possono continuare a squilibrare il sistema immunitario .Spesso questi cani sono soggetti predisposti ad intolleranze, allergie ,con dermatiti autoimmuni con processi settici che recidivano perche’ hanno le difese immunitarie insufficienti . Terapia : la terapia nella mielopatia degenerativa del cane non deve solo mirare a rallentare i processi infiammatori midollari ma evitare di sovrastimolare il sistema immunitario con allergeni provenienti dall’alimentazione,vaccinazioni in eccesso ,inquinanti ambientali ,antiparassitari,tenere la bocca pulita da placca batterica,curare eventuali focolai settici ,favorire il movimento all’aperto su terreno morbido con passeggiate lunghe . Non si puo’ generalizzare una terapia standard perche’ ogni cane e’ una storia a se’,certamente l’uso di antiossidanti come la vitamine E e B ,migliorare il microcircolo del midollo spinale con drenanti del connettivo e del linfatico ,l’ acido aminocaproico per la sua attivita’ antiproteasica che inibisce la cascata antinfiammatoria ,le citochine omeopatizzate per modulare l’infiammazione ,il fattore di crescita nervino per la degenerazione dei neuroni ed infine fondamentale e’ la fisioterapia ,il movimento,il nuoto ,e l’integrazione di amminoacidi per combattere l’atrofia muscolare il nemico numero uno della malattia degenerativa. In alcuni casi specie per combattere l’infiammazione per periodi brevi ed intervallati l’uso del cortisone a dosi generose puo’ favorire questi cani ad alzarsi e deambulare . In commercio ci sono dei presidi come bretelle che aiutano il cane a non sbandare nell’andatura MIELOPATIA DEGENERATIVA CANE
Dott. Alessandro Prota

NANISMO IPOFISARIO NEL PASTORE TEDESCO e NEL CANE LUPO DI SAARLOOS
-Possibilità di un Test Genetico-
Annemarie Voorbij e Hans Kooistra
Dipartimento delle Scienze Cliniche degli Animali da Compagnia
Facoltà di Medicina Veterinaria, Utrecht University
Utrecht, Olanda

La ghiandola pituitaria o ipòfisi è una ghiandola alla base del cervello che produce ormoni.
Questa ghiandola delle dimensioni di un pisello consta di tre parti: l'ipofisi anteriore, il lobo
intermedio e l'ipofisi posteriore. L'ipofisi anteriore sintetizza e secerne sei ormoni, necessari
per numerose funzioni corporee come la crescita, la riproduzione, l'allattamento, il
metabolismo e la gestione dello stress. Qesti 6 ormoni sono:
• Ormone della crescita (growth ormone) GH, essenziale per la crescita
• Ormone tiroide-stimolante TSH, regola le funzioni della tiroide
• Prolactina PRL, regola le funzioni dell'allattamento
• Ormone follicolo-stimolante FSH e ormone luteinizzante LH, essenziali per l'ovulazione
nelle femmine e per la produzione di sperma nei maschi
• Ormone adrenocorticotropo ACTH, stimola la corteccia surrenale

Ogni difetto nello sviluppo della ghiandola pituitaria si traduce nella non produzione di uno o
più ormoni pituitari. Nei cani il deficit congenito dell'ormone GH o Nanismo Ipofisario, è
l'esempio più evidente di difetti nello sviluppo dell' ipòfisi. Questo disturbo ereditario
recessivo è riscontrato con maggio frequenza nei Pastori Tedeschi ed è stato osservato anche
nel Cane Lupo di Saarloos. Il difetto genetico che causa una deficienza congenita di GH nel
Pastore Tedesco è lo stesso anche nel Cane Lupo di Saarloos poichè disturbo in quest'ultima
razza è comparso dopo che il Pastore Tedesco è stato utilizzato nella riproduzione dei Cani
Lupo di Saarloos.
Esemplari affetti da Nanismo Ipofisario di Pastore Tedesco e di Cane Lupo di Saarloos
presentano una deficienza combinata degli ormoni GH, TSH, PRL e genadotropine. Invece la
secrezione di ACTH è nella norma.
I cani portatori del gene mutato che causa il Nanismo Ipofisario non presentano sintomi e
appaiono esattamente uguali ai cani non portatori. Dal momento che il Nanismo Ipofisario è
un disordine recessivo di un singolo gene, la nascita di un esemplare malato indica che entrambe I genitori sono portatori del gene mutato.
Nella stessa cucciolata i cani malati sono significativamente più piccoli dei loro fratelli sani,
mantenendo comunque le proporzioni corrette. Un' altra manifestazione clinica del nanismo è che gli esemplari malati non sviluppano il pelo da adulto, col tempo perderanno il pelo da
cucciolo e svilupperanno l'alopecia (VEDI ARTICOLO).

Il ritardo nella crescita e l'anomalia nel pelo diventano molto evidenti attorno al secondo e
terzo mese d'età. Il pelo viene perso facilmente e dove manca la pelle comincia a diventare
squamosa e iperpigmentata rendendo la pelle di colore scuro. Inoltre, a causa delle scarse
difese immunitarie locali della pelle, gli esemplari malati sono soggetti a numerose infezioni
batteriche cutanee.
I segni clinici della malattia non si limitano all'aspetto esteriore del cane. L'esemplare malato
soffre di un ampio spettro di manifestazioni cliniche ben peggiori dell'alopecia o delle
infezioni cutanee. Per esempio la carenza dell'ormone GH ha come effetto il sottosviluppo
renale, causando danni cronici ai reni. Allo stesso modo la caarenza di TSH produce una
scarsa attività della ghiandola tiroidea rendendo l'animale lento e poco attivo. La carenza di
gonadotropine si traduce in una non discesa di uno o entrambe I testicoli nel maschio
(criptorchidismo). Le femmine invece riescono ad andare in calore ma non ad ovulare. Si può
quindi convenire che il Nanismo Ipofisario sia una malattia con effetti molto gravi.
Anche se l'apparenza esteriore dell'esemplare malato porta ad una diagnosi ovvia, la diagnosi
finale dovrebbe basarsi sulle “prove di simulazione ipofisaria”. Questi test sono in grado di
rilevare in che misura vi sia carenza o deficit degli ormoni GH, TSH, PRL,LH, FSH.
La logica vorrebbe che il cane malato fosse curato con ormoni GH canini e ormoni tiroidei.
Curare l'animale con ormoni tiroidei è semplice, ma non è possibile somministrare GH canini
dal momento che non sono disponibili per uso terapeutico. Tuttavia la ricerca ha dimostrato
che I GH suini sono identici ai GH canini, rendendoli una buona alternativa per il trattamento della malattia.
Senza cure appropriate, la prognosi a lungo termine è scarsa. Molti esemplari affetti da
nanismo ipofisario non vivono più di quattro o cinque anni. Alcuni raggiungono anche età più
avanzata, probabilmente perchè in alcuni casi la ghiandola pituitaria produce ancora un
piccolo quantitativo di ormoni. Anche se la prognosi migliora in maniera significativa quando
l'esemplare viene curato, rimane comunque sempre una prognosi riservata.
Dovrebbe essere quindi chiaro che la nascita di animali affatti da questa grave malattia
andrebbe evitata. A questo scopo non bisognerebbe lasciare accoppiare due cani portatori. Il
problema è che non si possono distinguere dall'apparenza esteriore I cani portatori da quelli
non portatori. Per distinguerli è necessario fare un Test genetico. Dopo anni di intensiva
ricerca presso il Dipartimento delle Scienze Cliniche degli Animali da Compagnia
dell'Università di Utrecht questo test è ora possibile!Se questo test fosse fatto su tutti I
soggetti riproduttori, il Nanismo Ipofisario verrebbe completamente eliminato sia nel Pastore
Tedesco che nel Cane Lupo di Saarloos.
Potrebbe sembrare che il test non abbia una grande importanza dal momento che la malattia si
presenta solo occasionalmente. Tuttavia si dovrebbe tenere a mente che molti esemplari
malati di Nanismo Ipofisario muoiono nell'utero o subito dopo la nascita. E' necessario anche
essere informati del fatto che se anche solo l' 1% dei cani fosse malato, ci sarebbe il 18% della
popolazione della stessa razza che è portatore della mutazione. Questo vuol dire che il numero
dei portatori è e diventerà più alto di quello che comunemente si pensa. Nel momento in cui
due portatori venissero fatti accoppiare, una media del 25% della loro progenie nascerebbe
malata e metà dei fratelli sarebbe portatrice della malattia.
Per il test genetico sono necessari 4ml. di sangue, raccolti in una provetta con EDTA. Il
campione di sangue deve essere spedito a:
Dr. H.S. Kooistra (H.S.Kooistra@uu.nl)
Department of Clinical Sciences of Companion Animals
Faculty of Veterinary Medicine, Utrecht University
Yalelaan 108
3584 CM Utrecht
The Netherlands
Il costo per lo screaning genetico per la mutazione che causa Nanismo Ipofisario nel Pastore
Tedesco e nel Cane Lupo di Saarloos è di 100 euro (excl. VAT).
In breve, il Nanismo Ipofisario è una malattia seria e incurabile, la cui incidenza è molto
sottostimata. La buona notizia è che esiste un test genetico per individuare i cani portatori
della mutazione. Se tutti i riproduttori fossero testati (basta una volta), e fosse applicata una
corretta politica di allevamento, questa grave malattia potrebbe essere completamente
eliminata.

Un altro articolo sul nanismo ipofisario in altre razze:
Il Nanismo è una orribile ed incurabile malattia che non si augurerebbe a nessun cane. Un esemplare nano presenta un cattivo sviluppo dell'ipofisi, ciò significa che alcuni ormoni (come l'ormone della crescita) non vengono da essa prodotti. A causa della scarsa produzione dell'ormone Tiroide-Stimolante (TSH), hanno un lento funzionamento della tiroide. Oltre al fatto che questi cani rimangono di piccole dimensioni, sono anche affetti da vari ed orribili effetti collaterali (ad esempio alopecia, prurito,infiammazioni, insufficienza epatica e renale, lentezza) quando non sono curati giornalmente con farmaci... LEGGI ARTICOLO

PRA : ATROFIA PROGRESSIVA DELLA RETINA NEL CANE



L’Atrofia Progressiva della Retina e’ una patologia su base ereditaria che consiste in una degenerazione ed atrofia secondaria della retina.l’esame del fondo oculare si nota una modificazione diffusa del colore e del fondo con un aumento della reflettivita’ del tappeto lucido alla luce del oftalmoscopio ,con una attenuazione graduale dei vasi retinici
La papilla e’ chiara ed atrofica
La malattia si presenta in entrambi gli occhi ed il proprietario del cane nota segni di ansia ed atteggiamento prudente nel muoversi dell’animale maggiormente alla luce crepuscolare.
Nel gatto una degenerazione simile si osserva per carenza di taurina
La diagnosi si basa sui segni clinici, l’esame del fondo e puo’ essere confermata dall’ERG .
Terapia : non esiste una terapia efficace e la prognosi per la vista e’ infausta.
Gli animali conservano una certa capacita’ di muoversi nell’ambiente famigliare. L’uso di sostanze antiossidanti e vitamine per la degenerazione nervosa della retina rallentano la progressione.
Le razze maggiormente predisposte al PRA sono:Barboncino,Pointer Tedesco,Cocher Spaniel Inglese e Americano,Schnauzer Nano,Terrier Tibetano,Labrador,Gatto Abissino ,Gatto Persiano,Setter Irlandese,Gordon Setter, Collie, Bassotto .
Oggi giorno l’inquinamento ambientale e alimentare crea un aumento di radicali liberi con alterazioni del sistema immunitario e fenomeni degenerativi responsabili di invecchiamento precoce e alterazione della retina
La luteina e’ in grado di prevenire e rallentare i processi degenerativi a carico delle retina.
Un approccio integrato della malattia migliora la retina e l’organismo nel suo insieme,l’uso di antiossidanti ,vitamine e oligoelementi migliora la visione ,l’applicazione di colliri localmente deve tenere sotto controllo eventuali malattie oculari come cataratta,uveite,cheratocongiuntiviti ecc.
Non bisogna dimenticare che la retina e’ un prolungamento del cervello ,importante quindi migliorare la funzionalita’ cerebrale .
Una degenerazione retinica precoce e’ sintomo di un invecchiamento precoce sempre piu’ presente nei nostri animali a causa di un eccesso di inquinanti ambientali ed alimentari da un sistema vaccinale spesso troppo intenso ,da un uso spropositato di farmaci e da una carenza di antiossidanti ed enzimi indispensabili per l’attivita’ cellulare

dott Alessandro Prota
consulenza veterinaria on line 3393201159

Posted 30th September 2011 by Alessandro Prota

CATARATTA NEL CANE :LA PREVENZIONE



FOTO David William 2011 Un apporto sufficiente di Luteina con la dieta può contribuire a ridurre il rischio di una degenerazione retinica e a migliorare lo stato di salute generale degli occhi. Il carotenoide viene assorbito durante il processo di digestione e trasportato dal sangue alla retina. Nell’occhio la luteina esplica la propria azione protettiva sui tessuti, intercettando, da un lato le sostanze nocive (come i radicali liberi) e assorbendo, dall’altro, i raggi UV dannosi della luce solare. . La carenza di luteina porta ad un aumento del rischio di sviluppo di un offuscamento del cristallino dell’occhio, la cosiddetta cataratta . Un apporto sufficiente di luteina con l’ali¬men¬ta¬zione, sotto forma di integratori alimentari, può contribuire ad una notevole riduzione del rischio di formazione di cataratta .
LA LUTEINA CONTRIBUISCE A
:
a prevenire la degenerazione retinica
a prevenire la cataratta
a favorire la normale funzionalità e la salute dell’occhio
a proteggere contro i radicali liberi (antiossidanti) ostacolando in modo particolare la perossidazione dei lipidi
Se ingerita sotto forma di integratore alimentare, la Luteina dovrebbe essere assunta sempre durante i pasti poiché, essendo liposolubile, viene meglio assorbita con un pasto con la presenza di grassi. Nei nostri animali domestici specie nel cane l’insorgenza di cataratta sta interessando sempre piu’ animali giovani ,questo e’ dovuto ad un eccesso di inquinanti tossici ambientali ed alimentari che richiedono una maggiore integrazione di antiossidanti spesso carente nel cibo industriale . La cataratta e’ l’espressione( oltre all’evoluzione senile del cristallino) e’ l’espressione di un’organismo intossicato con eccesso di radilcali liberi ,una visita oculistica con scadenza semestrale permette di anticipare il danno da ossidazione del cristallino e cosi ritardare o impedire l’evoluzione della cataratta attraverso l’integrazione di antiossidanti e vitamine evitando l’esposizione diretta per lunghi periodi a raggi ultravioletti e riducendo al minimo applicazione di antiparassitari spot on o spray tossici,inoltre va ricordato che infiammazioni oculari cronicizzate e trascurate nel tempo possono alterare il liquido oculare all’interno dell’occhio(Umore Acqueo) modificando la struttura e il metabolismo del cristallino e quindi favorire i processi di ossidazione che portano all’opacizzazione del cristallino
Dott Alessandro Prota Consulenza on line 3393201159

Dr.ssa C.Pigozzi e Dr. U. Riccò - DISPLASIA DELL'ANCA

L'intento di questa trattazione è dare ai "non addetti ai lavori" alcuni concetti elementari su che cosa è la displasia dell'anca, è ovvio che per la complessità dell'argomento, questa trattazione può prestare il fianco a critiche e puntualizzazioni da parte dei lettori più esperti, che se pur bene accette, non sono si prestano agli scopi di questo lavoro.
La displasia dell’anca è una anomalia di formazione e di sviluppo dell’articolazione coxo-femorale che può essere riscontrata in tutte le specie di animali domestici ma assume particolare risalto nel cane.Consiste in una malformazione dell’articolazione coxo-femorale nella sua componente acetabolare (displasia dell’anca di tipo acetabolare), femorale (displasia dell’anca di tipo femorale ) o di entrambe le componenti, ciò produce un'incongruenza tra le superfici articolari con conseguente alterazione delle stesse; ciò porta inevitabilmente a malattia degenerativa articolare o artrosi cronica.E’ la malattia ortopedica di origine non traumatica più diffusa e conosciuta nei cani di taglia media, grande e gigante (taglie canine in cui la malattia ha maggior prevalenza e soprattutto si manifesta con maggior gravità). Essa costituisce la malattia ereditaria del cane che da più anni è stata oggetto di studi e di programmi di controllo; è stata studiata e diagnosticata in oltre 150 razze canine.
Le Cause
Questa è una patologia multifattoriale, ossia numerosi fattori, quali quelli genetici, ambientali e nutrizionali, entrano in gioco nel suo sviluppo e nel determinarne la gravità .La displasia dell’anca è considerata una malattia ereditaria, pur non essendo congenita, con modalità di trasmissione determinate da numerosi geni,cosa che ne rende difficile l'identificazione dei soggetti portatori. Ciò significa che la malattia può essere trasmessa, con modalità ancora non chiarite, da un genitore ad un discendente, ma non è comunque presente quando il cane nasce perché la stessa articolazione si conforma durante il periodo della crescita.Le alterazioni anatomiche poligenetiche si osservano sul processo di formazione dell’acetabolo, oppure sullo sviluppo dei mezzi di contenimento, attivi (muscoli del bacino), e passivi (legamento rotondo e capsula articolare) dell’articolazione coxo-femorale. Indipendentemente dai fattori ereditari, anche caratteristiche morfologiche di razza e condizioni endocrine individuali possono rivestire un ruolo complementare nella genesi della malattia. Tra le condizioni ambientali, il movimento troppo intenso di cuccioli in rapido accrescimento, eccessivamente pesanti, tenuti liberi in ambiente accidentato, può favorire l’aggravamento della condizione patologica. Anche il sesso dell’animale può condizionare la comparsa della displasia; nel cane le femmine sono colpite in rapporto 3:1 rispetto ai maschi, questo è dovuto alla presenza di estrogeni, in quanto la relaxina determina un rilassamento della capsule articolare. Nei cani displasici, la cavità acetabolare risulta troppo ampia, poco profonda e con margini insufficientemente rilevati. Ne risulta una instabilità della testa del femore nel corso del movimento che, con il progredire dello sviluppo dell’animale determinano manifestazioni consequenziali di tipo artrosico.Nei cani con displasia dell’anca, le modalità con cui si presentano i segni clinici e la loro gravità variano notevolmente da un soggetto all’altro. Il cane appare comunemente riluttante a muoversi, perché cerca di proteggere l’articolazione dolente. Si riscontra anche una modificazione del modo di correre, in quanto l’animale cerca di proteggere l’articolazione dolente assumendo una nuova andatura, che richieda minor movimento a livello dell’anca. L’animale può manifestare un quadro clinico caratterizzato da difficoltà ad alzarsi, a procedere ad andatura normale e a sdraiarsi, e mostrare dolore in seguito a manualità sugli arti posteriori.
Il controllo della malattia
Non essendo ancora state identificate le mappe genetiche del cane e quindi non essendo ancora stati identificati i geni responsabili della malattia per poter individuare i soggetti portatori, il controllo di queste razze può essere effettuato oggi solo attraverso lo screening del fenotipo (ossia come sono fatte le articolazioni) dei riproduttori e di quanti più parenti possibili. Il controllo del fenotipo, infatti, avviene attraverso lo studio radiografico delle articolazioni delle anche e lo studio viene eseguito all’età minima di un anno, per essere certi che le anche abbiano completato il loro sviluppo. L’età minima richiesta è di 12 mesi per tutte le razze, eccetto però quelle giganti (alani, molossi , s. bernardo , terranova , mastino napoletano) per le quali è di 18 mesi; altra eccezione riguarda razze come Leonberger, Rottweiler, Briard, Grande bovaro svizzero e Bovaro del Bernese per le quali l’età è di 15 mesi. Per i soggetti che vengono radiografati ad un’età superiore si deve tener conto delle modificazioni artosiche secondarie. L’esame radiografico viene effettuato sul cane anestetizzato o profondamente sedato e mantenuto in decubito dorsale.
Radiografia
Modalità di controllo della displasia nel mondo
In tutti i paesi dove la displasia si è sviluppata sono diventati operativi dei programmi di controllo che, presuppongono dei protocolli ufficiali tali da rendere accreditate, a livello nazionale ed internazionale, le certificazioni conseguite. Per la diversità temporale ed ambientale in cui si sono sviluppate tutte queste esperienze nei vari paesi del mondo, sono stati utilizzati diversi sistemi per il controllo e la classificazione della displasia dell’anca ed ancora oggi sono difficili i confronti tra le certificazioni emesse dai vari paesi e dalle varie organizzazioni.La Commissione Scientifica della FCI ha cercato di razionalizzare la classificazione della displasia dell’anca proponendo una classificazione in cinque gradi (A,B,C,D,E) che è stata adottata da molte nazioni e che permette comunque un confronto con quelle utilizzate in altri paesi che hanno mantenuto le loro precedenti classificazioni. La classificazione della FCI, ulteriormente suddivisa in sottoclassi (A1, A2; B1, B2; C1, C2; D1, D2; E1, E2) permette un immediato confronto ed una facile comparazione con le diverse classificazioni di Stati Uniti d’America, Regno Unito, Finlandia, Olanda, Svezia e Norvegia.
Protocollo e classificazione FCI
Le norme per l’esecuzione e l’interpretazione delle radiografie sono state formalizzate come riportato di seguito:A) l’età minima per la lettura dei radiogrammi è di un anno e, per le razze giganti, di un anno e mezzo.B) i cani devono essere identificati attraverso sistemi di riconoscimento quali tatuaggi o microchip. La stessa identificazione deve comparire sul pedigree e sul radiogramma.C) Sul radiogramma deve comparire il numero di identificazione del soggetto esaminato, la data in cui è stato effettuato ed il simbolo D ed S che identifichi sulla radiografia l’anca destra o l’anca sinistra del cane. D) Il proprietario deve sottoscrivere l’autenticità dell’identità del cane radiografato. Il proprietario deve inoltre autorizzare il veterinario affinché possa trattenere la radiografia. Il veterinario deve confermare di aver verificato l’identità del cane, dichiarare se abbia sottoposto l’animale a sedazione o ad anestesia e se il cane è stato giudicato sufficientemente rilassato.E) Le radiografie dovranno essere archiviate in un archivio centralizzato.F) La diagnosi dovrà essere posta sulla scorta di almeno una proiezione radiografica ventro-dorsale con le zampe estese (posizione standard 1). Potrà essere analizzata anche una seconda radiografia con le zampe flesse (posizione standard 2).G) La radiografia dovrà avere una misura minima da contenere almeno entrambe le anche ed entrambe le rotule.H) La qualità tecnica delle radiografie dovrà consentire una diagnosi accurata dello stato delle anche.I) Se le regole precedenti non sono rispettate integralmente le radiografie dovranno essere respinte. J) Le radiografie dovrebbero essere interpretate da un esperto accreditato o da un gruppo di lettori scelti dal club di appartenenza del cane radiografato.K) Ogni centrale di lettura nazionale dovrebbe consentire la possibilità di appello rivolgendosi alla centrale di lettura del Comitato Scientifico della FCI.
Descrizione delle classi di displasia
Queste classi fanno riferimento ai cani di età compresa fra uno e due anni, sulla scorta della valutazione della proiezione ad arti tesi:A) nessun segno di displasia (GRADO A): la testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il margine acetabolare cranio-laterale appare netto e leggermente arrotondato. La rima acetabolare è sottile ed uniforme. L’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° o superiore.Nelle anche giudicabili eccellenti il margine acetabolare cranio-laterale include la testa del femore ancora di più in direzione latero-caudale.B) anche quasi normali (GRADO B): la testa del femore e la cavità acetabolare sono leggermente incongruenti e l’angolo secondo Norberg è di circa 105°, oppure l’angolo di Norberg è inferiore a 105°, ma il centro della testa del femore si trova medialmente rispetto al margine acetabolare dorsale mentre la testa del femore e l’acetabolo sono congruenti.C) leggera displasia dell’anca (GRADO C):la testa del femore e l’acetabolo sono incongruenti, l’angolo secondo Norberg è di circa 100° e/o sussiste un leggero appiattimento del margine cranio-laterale dell’acetabolo. Sono presenti lievi irregolarità o leggeri segni di artrosi a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale od in corrispondenza del collo o della testa del femore.D) displasia di grado medio (GRADO D): è presente un’incongruenza evidente tra testa del femore e cavità acetabolare con sublussazione. L’angolo acetabolare secondo Norberg è compreso tra 90 e 100°. Sono presenti segni riferibili ad osteoartrosi ed è evidente l’appiattimento del margine acetabolare cranio-laterale.E) displasia grave (GRADO E): sono presenti modificazioni displastiche evidenti delle articolazioni coxo-femorali quali lussazione o marcata sublussazione, l’angolo acetabolare secondo Norberg è minore di 90°, c’è appiattimento del margini acetabolare craniale, deformazione della testa del femore (testa a fungo, appiattita) o altri segni di osteoartrosi. Questa classificazione deve essere fatta sulla scorta del solo referto radiografico e deve essere il più obiettiva possibile. Lo schema di classificazione può essere adattato a cani più anziani tenendo in considerazione i segni secondari di artrosi in relazione all’età del cane. Sono adatti alla riproduzione solo i soggetti appartenenti alle tre categorie “a”, cioè normale (HD A), quasi normale (HD B) ed ancora ammesso (HD C) quest'ultimo grado può non essere ammesso per alcuni club di razza (es. doberman).
Tratto da:
"DISPLASIE DI SVILUPPO DELL'ANCA E DEL GOMITO NEL BOVARO DEL BERNESE"
Tesi di laurea anno accademico 2000/2001 del dr. Mai Fiorenzo, che si ringrazia per la gentile concessione

ARTICOLO COMPLETO


IPERTERMIA MALIGNA disturbo di origine ereditaria, a trasmissione autosomica dominante, caratterizzato dall’improvviso e rapidissimo aumento della temperatura corporea fino a valori superiori ai 41 °C, in seguito all’inalazione di anestetici inalatori (gas e vapori anestetici quali alotano, metossifluorano, ciclopropano) o alla somministrazione di farmaci miorilassanti ( curarici), in particolare la succinilcolina. Al di fuori degli attacchi il soggetto appare del tutto normale e il primo episodio può accadere inatteso e imprevedibile. Una parte rilevante dei soggetti che sviluppano forme di ipertermìa maligna presenta valori basali di creatinfosfochinasi (CPK), un enzima di origine muscolare, molto superiori alla norma. I sintomi, oltre al rapido aumento della temperatura corporea, sono: difficoltà al rilassamento durante l'induzione dell'anestesia, tachicardia sostenuta, tachipnea, cianosi, fascicolazioni muscolari (con la succinilcolina), rigidità muscolare (con rischio di rabdomiolisi e insufficienza renale acuta), ipotensione (fino allo shock). La terapia delle forme in atto prevede la somministrazione di dantrolene sodico subito dopo l’immediata cessazione della narcosi, il controllo della temperatura con i mezzi fisici e farmacologici disponibili, il supporto delle funzioni vitali. Nelle persone suscettibili di sviluppare l’ipertermìa maligna, l’anestesia (quando indifferibile) deve essere condotta con altre tecniche (loco-regionali) o con altri farmaci (per esempio, barbiturici, oppiacei, benzodiazepine, neurolettici).

anestetici: farmaci che producono modificazioni reversibili a livello del sistema nervoso, producendo una perdita temporanea della sensibilità dolorifica e della coscienza (vedi anestesia).

I farmaci anestetici possono essere classificati in anestetici generali, anestetici locali e preanestetici.
I primi agiscono producendo una perdita della coscienza estesa a tutto l'organismo, e possono essere somministrati per inalazione (gassosi o volatili) o per via endovenosa.
Gli anestetici locali, invece, sono farmaci che bloccano la conduzione degli stimoli nervosi direttamente sul tessuto nervoso. La durata dell'effetto può essere potenziata dall'associazione con un farmaco vasocostrittore, che ne ritardi l'assorbimento ematico.

L’uso di anestetici locali iniettabili è consentito nell'attività sportiva con una serie di limitazioni: possono essere utilizzate bupivacaina, lidocaina, mepivacaina, procaina ma non cocaina; possono essere utilizzati agenti vasocostrittori come l’adrenalina, ma soltanto su giustificazione medica e tramite iniezioni locali o intra-locali.

(o anestesia peridurale, narcosi, anestesia epidurale), perdita della sensibilità in alcune zone del corpo. Può essere provocata da patologie (anestesia organica) o essere indotta dall’uomo (anestesia artificiale); può essere periferica se localizzata in un solo distretto corporeo e se il paziente è cosciente, oppure totale se la sensibilità viene perduta dal corpo intero e se il paziente non è cosciente. L’anestesia periferica, o locale, viene utilizzata in caso di interventi chirurgici di modesta entità, e viene indotta attraverso l’utilizzo di anestetici. L’anestesia totale, o generale, viene praticata somministrando gli anestetici per inalazione o per via endovenosa.

Curarici: farmaci che possono essere o di origine vegetale o di produzione sintetica (curaro), che agiscono sulla muscolatura volontaria paralizzando la trasmissione degli impulsi dai nervi motori alle fibre muscolari striate.
Possono essere competitivi (antagonizzano l'acelticolina) e depolarizzanti (provocano un accumulo dell'acelticolina nelle giunzioni neuromuscolari, causando il blocco della trasmissione degli stimoli).
La paralisi colpisce i muscoli delle plapebre, gli oculomotori, del collo, faringei e laringei e degli arti.
Bloccano anche i musocli intercostali e il diaframma, causando asfissia.

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MDR1 gene difetto a Ivermectina (antiparassitario)

Farmaci noti per causare tossicità connessa con il gene MDR1: • Ivermectina (antiparassitario) • Loperamide (diarrea anti) • Doxorubicina, Vincristina, vinblastina (antitumorale)

Per la tossicità farmaco sospetto relative al gene MDR1: • Ciclosporina (immunosoppressiva) • Paclitaxel, Mitoxantrone (cancro) • chinidina, digossina (cardiogeno) • Ondansetron, Domperidone (antihémétique) • Acepromazine (tranquillante) Butorphanol • (analgesico)

Attenzione, questi farmaci come ivermectina usato per il trattamento del bestiame, come i cavalli, maiali, mucche ...
Ciò significa che si trovano nelle feci di questi animali, quindi se il vostro cane mangia sterco di cavallo o di sterco di vacca ...

Che pasticcio!!!!

Chiariamo un po'.

INTERCEPTOR il principio attivo e' la milbemicina (non l' ivermectina). La
milbemicina e' presente nel farmaco in milligrammi (mg. = un millesimo di
grammo).

CARDOTEK il principio attivo e' l' ivermectina. L' ivermectina e' presente
nel farmaco in microgrammi (un milionesimo di grammo).

Entrambi i prodotti sono in commercio e sono autorizzati per l' uso nel
cane. L' Interceptor, si dice, ha meno effetti collaterali del Cardotek, il
quale pero' se usato nel rispetto della posologia prescritta non presenta
problemi. Le formulazioni presenti per entrambi i prodotti sono solide,
compresse e tavolette masticabili E NON SONO DIVISIBILI.
Perche'?
Perche' il quantitativo di prodotto attivo (specie per il Cardotek) e' cosi
limitato (milionesimi di grammo per l' ivermectina) che dividendo la
pastiglia o la tavoletta e' del tutto improbabile dividere anche il
quantitativo di principio attivo secondo le aspettative. Si correrebbe ad
es. il rischio di avere un pezzo tavoletta masticabile con tutto il
principio attivo e l' altro pezzo con zero ivermectina.

L'Ivomec e' un prodotto a base di ivermectina, commercializzato per bovini,
ovini e suini, e' in fase liquida, e l' uso nel cane non e' affatto privo
di effetti collaterali.
Non solo perche' l' ivermectina in quanto tale e' piu' pericolosa della
milbemicina ma perche' i dosaggi vengono fatti in modo del tutto empirico
(i messaggi inviati lo confermano), ed il veicolo liquido non aiuta certo
ad avere una omogenea e costante distribuzione del principio attivo nel
prodotto.
In pratica e' un po' come se noi umani dovessimo assumere un farmaco messo
in commercio per elefanti, che ha effetti collaterali anche pericolosi, in
cui ci si dicesse che ne dobbiamo assumere un cucchiaino.
Ma quale cucchiaino, da the o caffe' e poi colmo o raso?
Rischieremmo di assumere troppo farmaco o troppo poco.

Non nego che in alcuni casi il Vet. somministri al soggetto o consegni al
proprietario dosi di Ivomec, ma dietro sua specifica responsabilita' e
controllo.
L' uso "privato" del medicinale e' quantomai pericoloso od inutile e
ritengo venga in buona parte fatto con la colpevole complicita' di Colleghi
che per conquistare clientela passano non solo falciando i principi etici
della professione ma anche qualche animale.

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Cordiali saluti
F.G.

Dr. Ferruccio Gabuzzi
Medico Veterinario
gabuzzi.ferruccio@bluewin.ch
http://mypage.bluewin.ch/dr_gabuzzi/index.html
http://digilander.iol.it/ormevecolc/index.html